martedì 8 luglio 2008

Domenica 6 Luglio Nonantola e le Baghe



Prima domenica di Luglio, caldo forte ma mitigato da un leggero venticello, vado a Nonantola per “Nonantola in Festa” manifestazione che vede la partecipazione 2 gruppi di danza: Gruppo folkloristico di Castello Tesino (tn) e il gruppo Holzhockar di Sappada (Bl) e di folto gruppo per me di grande interesse “Le Baghe della Zosagna di Preganziol (Tv). Le Baghe son praticamente identiche alle nostre Pive, unica differenza la mancanza del foro del si bemolle dietro il charter. Tutto qui. Sono in tanti ma la cosa che mi sorprende è che ci son ragazzi di 15-16 anni al massimo e un bimbo, che poi viene presentato al pubblico in quanto il più giovane della compagnia, di soli 10 anni. Qui dalle nostre parti di persone così giovani che si sognino di suonare la Piva non ne ho mai viste, peccato davvero. Tutti questi giovanissimi dimostrano grandi capacità di suonare insieme bene a tempo, i pezzi son facili ma molto orecchiabili e il gruppo raccoglie molti applausi dal pubblico presente. Chiedo ad un signore del gruppo di provare lo strumento, soffio forte ma ottengo poco, scopro che le Baghe se le costruiscono da loro e che le ancie se le fanno spedire di legno dalla Scozia. Belli anche i costumi in stile cinquecentesco che potete vedere nelle foto. Ho girato alcuni video della loro sfilata e dei loro brani sul palco allestito in piazza della Liberazione.

"Baghèt", al maschile, è il termine con cui viene chiamata la cornamusa bergamasca. Questa era suonata prevalentemente da contadini, unicamente d'inverno quando meno era il lavoro, e la sua presenza è attestata già dal XV secolo. L'ultimo suonatore è scomparso nel 1990. Si può dire che la tradizione della cornamusa è entrata in crisi nei primi decenni del 1900, con i mutamenti sociali avvenuti all'interno del territorio delle valli bergamasche. Gli strumenti ritrovati (in tutto 5 completi e due incompleti) provenivano principalmente dalla Val Gandino e dalla media Valle Seriana. Il baghèt bergamasco è costituito da una canna per il canta, chiamata "la diana", con una estensione di una ottava in tonalità vicina al LA, accompagnata da due bordoni, chiamati "bas" (bassi) o "orghegn" (organi). Il sacco era in pelle di capra o pecora, veniva ripiegato lasciando il pelo all'interno, ritagliato e poi cucito, ed il termine del sacco, "la baga", richiama il nome dello strumento, "baghèt", cioè strumento con un piccolo sacco. Il repertorio era legato al canto, ai balli, alla pastorale di Natale