RESOCONTO DEL VIAGGIO A COPENHAGEN
Venerdi 23 Settembre, la compagine delle Pivenelsacco, insieme a Franco Calanca, atterra in una soleggiata Copenhagen, con la voglia di dare fiato alle pive ed esportare le nostre amate sonorità in quel della capitale danese.
Guidati dagli amici italiani si raggiunge facilmente Christiania, e di lì la casa del nostro anfitrione Henrik, che ci alloggia nel suo studio di pittura, in mezzo alle sue creazioni artistiche - di rara
bellezza - e ci offre delle squisite chele di granchio come pranzo, accompagnate da una buona birra danese. Al pomeriggio ci dirigiamo verso la grå hall, piva al seguito, e qui vengono stravolti un po' i piani: scopriamo che noi e Anna Palumbo - l'ottima percussionista che ci ha accompagnati nelle nostre esibizioni - dobbiamo esibirci la sera stessa, e non il sabato, come precedente
concordato. Nulla di spaventevole: una buona prova e la scaletta delle pive per la serata è pronta e rodata. La serata è caratterizzata da una serie di gruppi italiani e danesi che si danno il cambio sul palco della grå hall e nella pista antistante, tra cui l'ottima Banda Roncati. Il tempo per una cena italiana nel "ristorante" organizzato per l'occasione, e siamo pronti per la nostra breve esibizione. Finita l'esibizione, con l'arsura che preme e la voglia di suonare ancora più cocente, ci dirigiamo verso il woodstock - il bar di Christiania - dove con un serie di pezzi e un assolo del bravo Franco Calanca ci guadagniamo il necessario per una birra. Ma sono solo le 22, la voglia di suonare è ancora tanta, e la serata è ancora lunga. Decidiamo quindi di piazzarci in un punto a
caso di Christiania e continuare a suonare, fino a che il desiderio di suonare sia soddisfatto, o le forze esaurite, visto anche l'apprezzamento che incontrano le pive. Tanto basta per creare un piccolo capannello di danesi intorno a noi al solo attacco dei bordoni. Quando poi la melodia inzia a spandersi per l'aria, il capannello si ingrossa fino a diventare un pubblico entusiata per le nostre sonorità. E quando, in un crescendo di partecipazione, Marcello decide di mollare la piva per dare sfogo alla sua vena ballerina, è l'apoteosi: una babele di facce, nazionalità e lingue si butta nelle danze; il nostro prode Marcello ha il suo da fare a dare mostra dei balli staccati, ma l'allegria è tanta, e l'euforia che si respira nell'aria rende lecito qualsiasi movimento, qualsiasi danza popolare, sulle note che oramai trascendono le definizioni, le barriere e i confini, per formare una melodia cosmopolita, che spazia dall'Emilia fino al Salento, con Anna e Gino che con le loro pizziche richiamano anche i pochi italiani in giro per Christiania che si buttano anch'essi nelle danze; e noi ci "diamo il cambio" alle pive, per partecipare a questa apoteosi multiculturale.
Dopo tre ore, le forze sono definitivamente esaurite, e non ci resta che dirigerci verso la nostra sistemazione, con Franco che augura la buona notte con la sua piva in mezzo a una Christiania ormai dormente. Il giorno dopo, rinfrescati da una buona dormita e da un'abbondante colazione, ci dirigiamo verso il centro di Copenhagen, con l'intenzione di suonare a cappello e vendere alcuni cd delle Pivenelsacco. E gli avvenimenti superano ampiamente le più rosee aspettative, con le pive che richiamano l'attenzione stupita e bendisposta della gente danese; e c'è anche l'occasione di definire una formazione ridotta di Balarèin d'la Ligéra che si cimenta in una furlana tra gli apprezzamenti del pubblico. La sera - l'ultima di Manuel e Marcello - la voglia di suonare è ancora molta: si decide quindi di dirigersi verso il Woodstock, con l'intenzione di divertirsi ancora un po'. Le pive fanno il loro dovere, con un Franco euforico che delizia il pubblico rumeno e
gallego, con melodie di quelle tradizioni popolari, in una fratellanza paneuropea all'insegna degli strumenti a sacco: tanto che un ragazzo, vista la somiglianza tra le nostre pive e la sua gaita, prova a cimentarsi con uno dei nostri strumenti! Pure questa sera Marcello apre le danze sulle note del Valzer di mezzanotte, mentre il pubblico festante apprezza e ci offre da bere a più riprese. E c'è anche il tempo per un ballo dei gobbi, tra l'euforia generale, con Gino,
Marcello e Manuel a intrattenere il pubblico sulle note della piva di Franco, che anche questa sera dimostra tutta la sua maestria con una serie di assoli degni di nota.
In conclusione, possiamo dire che le pive hanno fatto il loro dovere!
Venerdi 23 Settembre, la compagine delle Pivenelsacco, insieme a Franco Calanca, atterra in una soleggiata Copenhagen, con la voglia di dare fiato alle pive ed esportare le nostre amate sonorità in quel della capitale danese.
Guidati dagli amici italiani si raggiunge facilmente Christiania, e di lì la casa del nostro anfitrione Henrik, che ci alloggia nel suo studio di pittura, in mezzo alle sue creazioni artistiche - di rara
bellezza - e ci offre delle squisite chele di granchio come pranzo, accompagnate da una buona birra danese. Al pomeriggio ci dirigiamo verso la grå hall, piva al seguito, e qui vengono stravolti un po' i piani: scopriamo che noi e Anna Palumbo - l'ottima percussionista che ci ha accompagnati nelle nostre esibizioni - dobbiamo esibirci la sera stessa, e non il sabato, come precedente
concordato. Nulla di spaventevole: una buona prova e la scaletta delle pive per la serata è pronta e rodata. La serata è caratterizzata da una serie di gruppi italiani e danesi che si danno il cambio sul palco della grå hall e nella pista antistante, tra cui l'ottima Banda Roncati. Il tempo per una cena italiana nel "ristorante" organizzato per l'occasione, e siamo pronti per la nostra breve esibizione. Finita l'esibizione, con l'arsura che preme e la voglia di suonare ancora più cocente, ci dirigiamo verso il woodstock - il bar di Christiania - dove con un serie di pezzi e un assolo del bravo Franco Calanca ci guadagniamo il necessario per una birra. Ma sono solo le 22, la voglia di suonare è ancora tanta, e la serata è ancora lunga. Decidiamo quindi di piazzarci in un punto a
caso di Christiania e continuare a suonare, fino a che il desiderio di suonare sia soddisfatto, o le forze esaurite, visto anche l'apprezzamento che incontrano le pive. Tanto basta per creare un piccolo capannello di danesi intorno a noi al solo attacco dei bordoni. Quando poi la melodia inzia a spandersi per l'aria, il capannello si ingrossa fino a diventare un pubblico entusiata per le nostre sonorità. E quando, in un crescendo di partecipazione, Marcello decide di mollare la piva per dare sfogo alla sua vena ballerina, è l'apoteosi: una babele di facce, nazionalità e lingue si butta nelle danze; il nostro prode Marcello ha il suo da fare a dare mostra dei balli staccati, ma l'allegria è tanta, e l'euforia che si respira nell'aria rende lecito qualsiasi movimento, qualsiasi danza popolare, sulle note che oramai trascendono le definizioni, le barriere e i confini, per formare una melodia cosmopolita, che spazia dall'Emilia fino al Salento, con Anna e Gino che con le loro pizziche richiamano anche i pochi italiani in giro per Christiania che si buttano anch'essi nelle danze; e noi ci "diamo il cambio" alle pive, per partecipare a questa apoteosi multiculturale.
Dopo tre ore, le forze sono definitivamente esaurite, e non ci resta che dirigerci verso la nostra sistemazione, con Franco che augura la buona notte con la sua piva in mezzo a una Christiania ormai dormente. Il giorno dopo, rinfrescati da una buona dormita e da un'abbondante colazione, ci dirigiamo verso il centro di Copenhagen, con l'intenzione di suonare a cappello e vendere alcuni cd delle Pivenelsacco. E gli avvenimenti superano ampiamente le più rosee aspettative, con le pive che richiamano l'attenzione stupita e bendisposta della gente danese; e c'è anche l'occasione di definire una formazione ridotta di Balarèin d'la Ligéra che si cimenta in una furlana tra gli apprezzamenti del pubblico. La sera - l'ultima di Manuel e Marcello - la voglia di suonare è ancora molta: si decide quindi di dirigersi verso il Woodstock, con l'intenzione di divertirsi ancora un po'. Le pive fanno il loro dovere, con un Franco euforico che delizia il pubblico rumeno e
gallego, con melodie di quelle tradizioni popolari, in una fratellanza paneuropea all'insegna degli strumenti a sacco: tanto che un ragazzo, vista la somiglianza tra le nostre pive e la sua gaita, prova a cimentarsi con uno dei nostri strumenti! Pure questa sera Marcello apre le danze sulle note del Valzer di mezzanotte, mentre il pubblico festante apprezza e ci offre da bere a più riprese. E c'è anche il tempo per un ballo dei gobbi, tra l'euforia generale, con Gino,
Marcello e Manuel a intrattenere il pubblico sulle note della piva di Franco, che anche questa sera dimostra tutta la sua maestria con una serie di assoli degni di nota.
In conclusione, possiamo dire che le pive hanno fatto il loro dovere!
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STORY OF THE TRIP TO COPENHAGEN Friday September 23rd, the Pivenelsacco and Franco Calanca land in sunny Copenhagen. Led by Italian friends, Christiania is reached easily, and there the house of our host Henrick. We are staying in his painting studio in the midst of his artistic creations of rare beauty. He gives us delicious crab claws accompanied by a good Danish beer for lunch. The evening was characterized by a series of Italian and Danish groups that take turns on the stage opposite the track of Gra Hall, including the excellent Banda Roncati. After the show, with the heat and the desire to continue playing, we head towards Christiania's bar, Woodstock, where with a series of solo pieces by the great Franco Calanca, we gain the necessity for a beer. But I am only twenty-two, the desire to play is still so great, and the evening is still long. We decide to place them at one point in the case of Christiania and continue to play. When the melody begins to spread through the air, the little knot of people swells to become an enthusiastic audience for our sound. In a crescendo of participation, Marcello decided to give up the bagpipes to give air to his vein dancer. It is the climax. A Babel of faces, nationalities, and languages are thrown in the dances, our brave Marcello demonstrates his loose dances, but the joy is so great. The euphoria in the air one breathes makes any movement possible, any popular dance, on the notes that transcend the definitions, boundaries and barriers, to form a cosmopolitan melody, ranging from Emilia to Salento. Anna and Gino and their Pizziche recall even the few Italians around Christiania, who throw themselves in the dances, and we "give change" to the bagpipes, to participate in the multi-cultural climax. The next day we head towards the center of Copenhagen with the intention of playing and selling some of Pivenelsacco's CDs. The events far exceed the most optimistic expectations with the bagpipes that draw your attention to the Danish people's amazement. On the last evening of Manuel and Marcello, the desire to play is still great. We decide to head to Woodstock with the intention of a little enjoyment. The bagpipes are doing their best, with a euphoric Franco that delights Romanian and Galician audiences, with the melodies of popular traditions, so that a boy, given the similarity between our bagpipes and his Gaita, he tries to grapple with one of our instruments! Marcello opens this evening's dances with the tune of the Waltz at midnight, while the cheering audience appreciates and offers us something to drink on several occasions. There is also time for a dance of the humps among the general euphoria, with Gino, Marcello, and Manuel to entertain the public on the notes of Franco's bagpipes, who proves his mastery a series of solos worthy of notes. In conclusion, we can say that the Italian bagpipes have done their duty.