sabato 24 dicembre 2011

Un bell'articolo da Bolgfoolk sulle Pivenelsacco



Il giorno 2 dicembre, si è entrati nel vivo del festival con il doppio concerto di due eccellenze del catalogo dell'etichetta toscana Radici Music, ovvero Pivenelsacco e Massimo Giuntini e La Società del Chiassobuio. Caratterizzata da una presenza ancor più massiccia di pubblico, la seconda serata di Pifferi, Muse e Zampogne è stata aperta dal suono coinvolgente e fascinoso delle pive emiliane di Pivenelsacco, che guidati da Fabio Bonvicini hanno dato vita ad un applauditissima esibizione, nella quale il pubblico aretino ha avuto modo di ascoltare dal vivo una selezione di brani estratti dal loro primo disco Centorami, uscito quest'anno, che ancor più che sul disco si sono svelati in tutta la loro bellezza e il loro fascino. Il gruppo emiliano, grazie ad un rigoroso percorso di ricerca e di riarrangiamento è riuscito a far sì che brani rinascimentali e composizioni originali ispirate alle musiche da ballo vivessero in una sorprendente armonia, il tutto senza risparmiarsi aggiungendovi una grande dose di ironia, attraverso l'introduzione degli stessi con piccole filastrocche o strofette in dialetto emiliano. Articolo e foto di Salvatore Esposito, un sentito ringraziamento a http://www.blogfoolk.com/
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            On December 2nd, they entered into heart of the festival with a double concert of two catalogs of excellence of the Tuscan label Roots Music, or rather Pivenelsacco and Massimo Giuntini and The Society of Chiassobuio.  Characterized by one presence of even more massive public, the second evening of Fifes, Muses and Bagpipes was open from the engaging and charming sound of the Emilian bagpipes of Pivenelsacco, that led by Fabio Bonvicini, gave life to an applauded performance, in which the aretino audience was able to listen to a live selection of songs from their first album, Centorami, released this year, and to hear even more of their beauty and their charm that is released on that disk.  The Emilian group, thanks to a rigorous path of research and rearrangement, managed to ensure that Renaissance songs and original compositions inspired by the dance music, live in an amazing harmony, all without adding a large dose sparing of irony, through the introduction of themselves with little rhymes or verses in Emilian dialect.