martedì 15 maggio 2007

Appunti sulla piva di Franco Calanca
La piva emiliana è una cornamusa dell'Italia settentrionale ,costituita da una sacca in pelle di capra o pecora,a cui vengono innestati il bordone basso, quello tenore ,la canna del canto e l'insuflatore.Quest'impianto è del tipo europep-continentale ed ha stretta parentela con la gaita galiziana. I bordoni sono dotati all'estremità di una campana che funge da cassa di risonanza.
Come la "highland bag pipe" scozzese. il bordone basso suona due ottave sotto la tonica, mentre il tenore una ottava sotto la tonica. La canna del canto ha una estensione di una ottava piu' la sensibile inferiore e il la superiore.
Nel nord Italia oltre alla piva sono presenti altre due cornamuse molto simili: la Musa delle quattro province (Piacenza-Genova-Pavia-Alessandria),ed il Baghet delle valli bergamasche.
Nei tempi passati l'area di diffusione della piva era sicuramente molto ampia e negli anni 70/80 alcune ricerche portarono alla luce circa una decina di strumenti originali alcuni dei quali ancora completi la cui costruzione sembra risalire a circa due secoli fà. Tra questi quelli di Mossale (PR), Pertuso(PR) e Mareto (PC). Anche i cognomi delle famiglie di queste zone hanno un chiaro riferimento con lo strumento: Pivetta, Pivato, Pivi.
Per costruire la piva si utilizzavano legni locali scelti tra i piu' duri come il bosso, il sorbo, il corniolo , il melo, il pero, il ciliegio e la maruga: venivano lavorati da artigiani esperti cosi come anche la costruzione delle ance era svolta da persone specializzate.
La piva si suonava in svariate occasioni di feste ,matrimoni,a carnevale,mercati paesani e i brani erano Furlane, Tarantelle, balli pantomimici come Il ballo dei gobbi, Canti ma soprattutto il ballo della piva.
Il bolognese Ciro Spontone(1552-1610)....ricorda come la Girometta fosse comunemente eseguita a Bologna da fanciulli quando sul lauto e su la viola e quando su l'arpicordo or con le pive a ballo.... con tromboni,cornette e cornamuse da suonatori eccellentissimi.
L'esodo dalle montagne verso la città per carenza di lavoro ,l'avvento di nuovi strumenti come la fisarmonica e la diffusione di nuovi balli di maggior contatto (valzer, polka, mazurka) rispetto a quelli staccati ,hanno fatto sì’ che lo strumento cadesse in disuso soprattutto dalla seconda guerra mondiale in poi.
Negli ultimi vent'anni assistiamo ad una ripresa di interesse, sia da parte di costruttori che, utilizzando modelli originali, hanno prodotto nuovi strumenti, sia da parte di musicisti che ripropongono brani tradizionali, nuovi arrangiamenti, o composizioni originali.

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